Improvvisamente, così, senza che una riunione d’equipe decretasse un qualsiasi tipo di evoluzione rispetto ad un piano d’intervento mai discusso, senza che gli attori principali, cioè quelli che se ne erano fatti carico quotidianamente si fossero confrontati, quel caso era tornato ad essere responsabilità di un operatore solo, un’utenza singola. Che cosa era successo? Cosa aveva portato la responsabile del servizio domiciliare a prendere quella decisione? Era forse migliorata la condizione dell’utente? Era migliorata la condizione familiare? Si era arrivati a conclusione di un qualche percorso pianificato?…Macché!
Archivi giornalieri: 2018/03/13
I “senza nome” del lavoro sociale
La sveglia suona anche per me la mattina. Il telefono acceso prova a ricordare i miei impegni giornalieri. Sono Sharon, diretta verso casa di Irene, è anziana, sola e allettata. Sono Matteo che varca la soglia della scuola per supportare Riccardo, alunno autistico, mentre Sofia al suono della campanella è pronta a parlare la lingua dei segni in classe di Alberto. Continua a leggere